APOSTROFE. [T.] S. f. Dal gr. Aro, e 2tP%o , Voltare. Figura del dire, con cui volgesi il discorso poeti convertono l apostrofe invocatola alla quale esso I a pers. o a come : 0 superbi Cristian, miseri, E 3. 6. (Al Po.) E 1. 28. (Agli Aretini.) Uden. energia, [t.] Salvin. Pros. tose. Le apostrofi portano seco Nis. Proginn. 2. 131. (Man.) 2. 215. Questa apostrofe o voltata affettuosa. Uden. Nis. i. 11. non era fino allora diretto, cosa, a gran udii dire appassionata queste parole fior. par. 3. v. 1. p. 47. (Gh.) Di contro alla Prosopopea sedeva in un medesimo carro l Apostrofe, la quale io personaggi. = Buonarr. in Pros. D. 1. 25. (A Gaville.) lassi.