BOCIARE. V. a. e N. ass. Gridar forte, Alzar molto la voce dicendo qualcosa. (Fanf.) [G.M.j Piu parlalo in Tose, che vociare. Il B e il V si scambiano spesso. E Boato in gr. col B. 2. Per Palesare pubblicamente cosa segreta, obi lode o in biasimo altrui. Lor. Med. canz. (C) Esodandomi su pe canti, Ch in fallo, cioe Parlar senza Him. 62. (M.) Un altra se, dicendo : Parseti buono Cioe che certe cose ch io v ho detto Non le boriaste cosi di leggero. 3. Per Dare una voce ad alcuno, cioe Chiamarlo che muore. Salvin. Odiss. 201. 4. Bociare uno,-per Dargli la baja. Cecch. Servir/. 3. baratteria. Leop. fondamento e a Fatte da questi giovani le piu Strane burle, le piu liete Varch. Ercol. 63. (C) 202. Novell. Senes. 203. Chi gli poneva un pesce allato alla bocca, perche si sdigiunasse, Mandare un grido di bocca a grazia vorrei da voi, Piero, ? Chi 1 bociava. K. Bociare uno clemente, giusto, pio, ecc., vale Celebrarlo- per clemente, giusto, ecc. (Fanf.) 6. Infamare. (Fanf.) 7. fiera, o (Ut.) All altra parte l Neulr. Dello Squittir del segugio essa ; onde viene il prov. Bociare i tengo 2. (M.) Gli son state caso. (C) 8. e poi lo metteva in dolore. Detto di un cervo ferito forte. fischiate, Bociato cento volte. ("Val.] la traccia di seguitante la e nella polve Cadde linciando, Di rame trapasso, asta e via ne volo l alma.