Dionigi l arcopagita, veduto nell Candela grossa di cera. [t.] Anco nel lui. ant. pare polessesi pronunziare Cereus quasi Cerus, se Orazio di Cerea fa uno spondeo. = Maestruzz. i. 25. (C) All accolito s appartiene apparecchiare i lumi in be ceri fan come anche Fantoccio, o Bel fusto. chi, per cercare un ago sguardo, sviene espira. 9. cero d una diligenza. [Val.] Ant. Pucc. Gentil. presso della morte quelli che vivono e a torchi, e a ceri. G. V. il. 41. 2. Dando li intende il cero pasquale, il festa di S. Giovanni ciascun anno. 2. Cero pasquale, o Cero, ass. Quello che solennemente si benedice il sabato santo, e, maggiore, Allegoricomente, per melaf. tolta posto a conni Evangelii dell per tutto il tempo pasquale. L angelica 31. (Gli.) Ferma, impalata quivi Fra Giovanni... un candeliere alto piu di quattordici piedi per lo cero pasquale, Ercol. 78. (C) Quando alcuno, libbra. Se». Pisi. Assai sono 88. Ed ogni anno dovevan sanza inganni Ciascun di pensiero. [Val.] Lasc. Cen. 2. inclinate agli Not. Malm. racq. Cero, assolutamente detto, per antonomasia, s detti castelli un cero alla quale solennemente si benedice dal Diacono il sabato santo, per egli e putta scodata. 10. die la notte faceva lume agli Ebrei allora che passavano pel deserto, e e innamorato. Buon. Tane. i. Salvatore. 3. si accende nelle funzioni aitar dalle sacre carte. Dant. Par. 10. (C) Appresso vedi 1 lume di quel cero, simbolo d un cero). vide (Fanf.) Vasar. Vii. IO. 106. ministero [cioe, S. CERO. S. m. Da Ceka. Apocalisse in forma e Chegiuso in carne piu addentro . Suol dirsi Cero, e Bel cero a Uomo stupido o balordo, e come estatico, a cui si dice Cavale. Disc. spir. che Ella non si puo (C) E sette braccia il Pagano era giusto: Bcrlinghier vide venir questo cero, E non guardo perch e fusse gran fusto. Ambr. Bern. 3. 3. Io ho preso pratica D una fanciulla, della quale Albizo, Fiatel di quella proprio di cui spasima Questo bel cero, nello stesso tempo il resuscitato 3. Mio pa poteva pur darmi a quell altro, E levarmi dinanzi questo cero. legname. 8. Impalato i. Egli era molto bel uomo da essere aggirato, ne detto anco parlando di zerbini, bel cero offerire. [M.F.] Bisc. amori. Cecch. Comm. (Mi.) Questi sagrestia, e portare il cero. la luna, Ogni loro il o uno spillo, simili persone 7. Come se fosse stato qualche bel cero, o figliuolo d alcun ricco o gran o procuratore ;... egli ha Detto anco di Uom furbo ed astuto. Cecch. Malandr. 3. 6. Questa festa e l Giovanni in Firenze nel di Sarebbe stolto Morg. 26. 73. far senza quel cero. 7. Ceri dicevansi anche certi Legni coloriti a cero, o torrette, che solevano essere portati in offerta al ardesse un Prov. Avere scopato far fuori, e della festa del Santo. Sag. Bini. Bern. 166. (M.) Egli enno e ceri. B. Che viene a dire e ceri? Enne e di cera? N. No, Mattacone. B. O de che? JV. De [Val.] Lasc. Cen. .. come un cero. Che sta ritto e fermo. Maini. 1. natura, e 1 (Gh.) Intaglio come un cero, Fissando in quindici divoltan lo^o un e tempio di S. ha da piu d un cero. Essere colonna di fuoco Avere scopato mondo. Non com. Varch. tutto di noce, con incredibile per essere pratico del mondo,non e cero. ii. Bel cero trovasi fatto fare, si dice : egli se le sa : egli non ha bisogno di mondualdo, cittadino. 6. [Val.) Ass. scopato piu d un cero ; significare quella ben pratico delle cose del piu d un cero vale anche Avere rubato assai. Non com. Lib. san. 10. (Gh.) Ciascun di voi scopato ha piu d un cero.