Li. [T.] Quinta ItMera del nostro e di parecchi alfabeti ; delle vocali, seconda. domina in Bene; e Benus Lettera; ma puo ubi, ove; e gli ant. Uecam. 96. (Man.) Per ischifare il troppo, direm cosi, biasciamento di quello E. e a qualche altra vocale, a noi tempo Baiare, ch e suono piu coni, e E tanto piu laddove non ragione questa lettera e destinata Terra, profferito quasi Tara, fa 10. Siccome i Lat. il primo di aernmma Paolino essa, quando pero non si ambisca far madre del genere umano la scimmia. Prima che il maestro del Bourr/eois genlilhomme, Finestra piu com. di Fenestra; che nel pronunziarla fa la lingua, abbassandosi verso il palalo a denti, come suono eheda taluni distinguonsi con Em. Anco nel lai. corrispondeva ora all i, ora all de Gi .; onde veha, via ; come noi stretti: Empio, Lecito, Fermo, e lati, come Palamede gli scacchi ; ma i poeti d allora non avevano, per correggere l ortografia, pi. femm., che la jrumm. primo d e l impazienza del Voltaire, genCiJuotno di camera: cantavano, non da Poenitere. — Voi. II.6. piu recente, e rappresenta una specie di dittongo, cosi come l a. Al tempo di Plut. confondevansi gia quasi roe. E anco gl dell ti e dell -n; e il profferire questo per per Eia. Il genov. ha mod., comincia piu su che appone l accento: Pie, Fe. che dovevano fare i piu delicati organi degli antichi tra questi suoni e traccia ne diul. slavi, che pronunziano la profeci, profectus ; da Jacio, come i Fr. d e Bel, ad altri Bil, ad altri Bici, il qual terzo suono, piu delicatamente raccolto, aveva a Effemeride. ». Quello i. Il voci della madre da Pater, Patris; Cara, breve), / eta e ita; documento che attesta e ci fa desiderare la concordia delle due Chiese. Cosi Fece; e il pop. tuttavia nell uso com. limosina; nel piu dotto elemosina. Cosi nel com. Febbre effimera, anco rinforzava Vintere. tnEcquis, Ecqnando, che ai ; ma il tose, segnatam. oe, modi, e Bianco ad altri oggidi roi pronunziano non roa, ma taluni i suoni dell i e It. da «foi^cj, Febo; da particella. E non senza danno essere l v gr. Nelle dilt. lai. ae anch esso al barb. titolo di Membro onde men variate che nelle lingue ant. risultano le armonie della nostra. Coll ae rendevano i e da Minare, Menare; ma Quanto al per aulae; e, alla gr., egli elide la seconda vocale del d Ut. Instilae Jonio medio evo, cifra di 250. si dileguo il suono dittongo che e pero gli ant. sopra gli breve, e breve del genere umano comincia da di nostri, ma leggevano Lat. del resto mutarono la e in i; come da quaero, acquilo; da caedo, occido. nel 1.1. Questa lettera di cui ragioniamo. L come Dei, dii : is, ea ; Mar. Vitlor. questa lettera dice da ego, che gli ant. eo, facciam io. I Lai. bere per heri; noi da essere anco di masc. Dep. leggieri e leggiere e leggiero; e e piacente varieta : ma cavaliere. I Lat. endo e Sera stretto, chi dice lt., e i Fr. en tuttavia; e noi non piu Intrare, ma Entrare. Anco ne monumenti lat. il De si fa Di; e gli ani. lt. Disiderio, Diserto, Piggiore, Lione. Ma com. sono Vergine, Nepote, Questione, sebben dicasi Virgineo e da taluni Quistione, e piu com. in Tose. Nipote. in imagini leggiadre e liete: Lat. il gr. ai 17. da Minae, Minacce. Neente rimase agli ant. per Niente, come Sorpriso per Sorpreso; Rio al e da molti nomi. L dice Scrivesti per Scriveste alla lat. ; gli ant. si allontanavano dall orig. dicendo Venesse per Venisse, e t Sen. Corrire per Correre; e tutti noi Pentire scrivevano. Certo che l it Guide per Guidi, non solo nel sogg. come i Lat., ma nell indie, altresi. Siccome D. 2. 33. Najade pi. per Najadi, ti E. Q. Visconti, Ennio Quirino. il buonumore Prudenz. fa il coni, in I. DmoftMHio Italiano. E nel verso e lettera Siccome ai Lat. TE e varieta di pronunzia, e Reor [non tanto forse per commutazione : Ellui, Evvoi), Dio e gVlt. non solo nell idiot. Accezione e Allefante per Eccezione, Elefante; ma Loda per Lode, e Canzona perche lo scarpellino intendeva di tose, l Eora stretto, ora largo; E gioverebbe che la lingua scritta s attenesse all uso tose, dicendo: Maraviglia e Danaro. Ai Lat. / A si fa E in Accentus da Cantus ; a noi in Belare da col tono, disfacciamo l armonia.14. imit. Gli ant., secondo l orig., dicevano Sera per Sara, e Fie ila, com Mele, sebbene da lunga, dal Acqua; in alcuni luoghi delle Marche gli A quasi tutti diventano E ; nel Ven. certi appare da un monumento che e in canz. pop. al pi. del femm. ; rima stretto. Me pro»., stretto, Me Ara. 7. Ai Lat. TE si fa 0 in Toga da Tego; agVIt. l O si fa E in Albero da Arbore; e Male stretto, da Mollities; Apprezza, largo, Ne a caso questa lettera e JuMt Mestiere e Mestiero ; e i Tose, a Dolco danno un senso pr. che, distinguendolo da Dolce, arricchisce la lingua. L E poi si fa U, e do Ebriaco, Ubriaco. 8. dislingue, e pareche li profferisca riscontrami varie commutazioni. Siccome da Facio, proflcio, voce stessa in tre cosi perche lunghe nel lat. le Gettare e Gittare che non e morto affatto ; Traghetto e Tragitto, che non sono tutt uno. E da aequalis, eguale, uguale, agguagliare e iguale non han di bisogno a Cosi da Mutina, Modena, e gia Modana e Modona. 9. ; onde i Sen. coi per Felix (forse per Canzone, vive Parra; . Togliesi la E suoni la lunga) ; cosi in D. 3. 32. Fee per nella Messa dicesi eleison, e istinto sirn. a quel degli proprio a denotare moltiplicazione, come alla musica moderna prediletti, l distinzione Non e con segni ama. Una specie di prolungamento e il premettere la I V. gli art. a, b, come l omettere la 1 dov ora usa: Pensero, Guerrera. Convene sta, piu di Conviene, all orig. ; e per rendere il verbo piu regolare, nel Lucch. dicono Vienite, e sim. Ma vivono e Quietare e Quetare, e l uso ci pone qualche osservabile differenza. Aeternus, e questo ci reca come se l per Epistola; e tutti pag. alla E: Triema, Brieve, scrivendo, serbarlo, anco per discernere le due voci in locuz. sim. a questa: Leggere cose leggiere. Prolungansi certe voci aggiungendovi un E; come anco in un iscr. lat. per Et. Scrivevano Et gl Mercoledi per Mercordi, e gli ant. Egualmente e altri sim. avv. dimolti. e il nome lo richiegga : ma i noi da Alter, Altro ; e vuoisi che abbiano parentela col gr. Aberri le Spera, largo, o sia dal e Marte ; e lo dicono i Maestro m Mastro, che vive leggi marziali. Parera in quel verso. Ma il nel pop. rendere co Poterebbe per Potrebbe, il pop. tose. Poterra per Potra. Rompre per Rompere nel Petr., che non l apprese da madonna Laura; e noi tutti Opra e Temprare, e le particelle Se, Che, appunto il med. sempre che Temperare e Opera. varieta e dell armonia gl virtuosi di teatro e le nel pop. Da Empireo, Empiro, non solo il Manzoni, ma un del trecento: da Aere gli ant. Are, noi Aria. Proprio e dell it. il togliere all ultima sillaba degl inf. l E, Ber, Amar, non solo nel verso, se E s allargano in A; che l (sebben questa da voce. E il sim. dicasi troncano quasi sempre e dagli suoni direbbe il contrario pop. it. non ha la vengono diversificando e variando il Gr. ot, ai Lat. fecesi brevi. Cosi voci lat. e fin della e Dio solo e hnono. e nel lat. ci il medio evo. Della ardere e Cera del viso ben fermi determinata da tutti la diff. tra Fe, fede, e Fe, fece; e la pronunzia stessa non ben li Nella medesima voce alquanto di•¦ parile. [G.M.] L E cogVingrossati organi nostri, insistendo discernere, se da Fe perche lungo; Vento, largo, da per Egli coli apostrofo e con la stretta pronunzia fa noi mutasi in e; effettivo E verbo e anch esso una specie di contratto da quando E si apostrofa, non raddoppia la D. 3. 24. lo rima con Queste. i e, con come dell altre vocali; ma Mele per Miele, Gli ant. Lezione per Elezione, Dificio per Edifizio, Lattovaro per Elettuario; il pop. tuttavia Pistola I non ci sia (e e Evangelo. 12. Pronunziasi e tutti Avorio da Ebur. e meglio distinguonsi cosi i due suoni che della partic. E, onde Ex, Questa varieta s attiene alla lat. orig. ne seg. Vergine, Selva, stretto, perche Virgo e Sylva. Mensa, Remo, Scena, larghi, disjicio, disjectus, Jacto ; cosi sili.; e cosi Mesta e Febo perche ditt. Cerca, occhi lucenti, in D. 1. toglie alla voce una sillaba, E pero biforme. Favoleggiasi che Simonide inventasse la voce Stretto. Pero stretto Questa da Ista; e Facesti da Che oiconomia, economia: senonche nel no che sia, perche da Nec e da Inde, la fa risuonare anco alla it. Arte verbo Sperare o significhi Sfera ; perche l uno e lungo nel lat., l altro ditt, per soprappiu. Desse da Dare, e per Bonus dicevano i Lat.; gr. da Dedisset e da Ipse. Cotesta da Isla, stretto; Testa da Testa, largo ; Mezzo se da Medius, largo; se da Mitis, stretto; Meta da Medietas, stretto, perche breve il primo; Meta da Meta, largo, quasi esclamante in Ecastor; e Ventus; Venti da Viginti, stretto tulli gl in fin. in di questa estrinseca distinzione gli Infernus, largo, com e dovere; Infermo, da Infirmus, stretto; Mollezza, dicevano gli ant. per Malo; valore virtuale del suono avvertasi Vitium. 13. Non sempre pero la pronunzia tose, s attiene all orig. Bestia, Erta, Rene, strette, sebbene in lat. Cena, Rete, le sili, lunghe. Cosi Fece e Dolere e Siccome in Iscr. lat. Feelix Ere. Gli avv. in Mente, stretti; gli agg. in Ente, larghi; Vento, largo. Parlamento, stretto; Arena da spettacoli, largo; Arena del mare, stretto. Regno, stretto, come Legno; Cera da orecchio piu delicato non li it. attinge dui lai. ecclesiastico, stretti; usa il gr. Egua per principio di certe parole. largo. Perdetti largo, Perdei stretto. Egli viene, breve in orig., largo; Le vene, stretto; Prendere, largo, Presa, stretto; Legge e Gregge, stretti, Leggere, largo, sebbene e Leggere e Gregge da breve; Era, largo, Sera, stretto; al contr. dell originaria quantita. Cosi Dei, largo, Dei segnacaso, con voci che finiscono in per Meglio, largo; Tene pron. pop., stretto; Tiene, largo. Se tu, dal breve Es, largo; Se, dal lungo Si, stretto, come il pron. Se, ch e in orig. lungo. Se Desta propriam. lungo da ex-citat, stretto, Presta e / Essere abbia forme tanto si fa stretto, per l allungar della dial. settentrionali d It. lo di tutti gli altri. Notiamo pero che nella slessa Tose, e stretto. Quel che piu che nella citta medesima Teme, p. e., pronunziasi e largo facevasi A in Ratus da importa notare si e la distinzione tra la pronunzia piu o meno aperta, sempl. E per Calcandam, Calecandam; lunga. Se nelle stesse lingue prosodiche e e delle brevi piu brevi e delle lunghe piu lunghe, molto piu nella nostra e da far sentire, scrivendo, il papa co si pronunziasse al gr. en i vecchi In breve tempo, i E., dignita dell edile. E, di chi dice A sera tarda. Questa distinzione tra il breve e lo stretto, tra il lungo e il chiuso, ci ajuta a arguire la distinzione tra la quantita e l accento, la quale pero conciliavasi nel verso prosodico, segnatam. cantato, come sempre dovrebbero i versi; ma Voi» vano il malumore, la pazienza haefetis accenti e non conciliando il si contrae in femm. e piu Queste varieta gioverebbe discernere con accenti o altri segni bene determinati, per dare alla lingua coli attenzione e coll arte piu presto quell unita che la mistione delle schiatte otterrebbe in lungo corso di secoli. Non e bene determinato neanco l femmina. Ma questo suono ritorna se non sempre dalla particella il pronome, almen gli usi varii di Fecisti. E Ne, accentato o lelter. della chiarezza e della Terremoto contraesi in Tremuoto ; It. pongono che per qui, quem, quae, fjuam, ut, e altre forme di pron. e stretti ambedue. noi, congiunzione e l E verbo raddoppiano nella pronunzia la consonante da cui comincia la parola seguente : E lui e Essere, e accennano forse alla ; cosi grande (eggrande). Cosi imit. Ne a caso i sim., e le parole tronche Fe, Merce, e sim. Ma Est, che gl lt. pronunziano Egli o Essi, vocali, una D. Sed, Mad, bisill., e consonante. In Firenze tali diversita di pronunzia sono costanti. 15. Innanzi a un altro E, —Cosi direbbesi: Troppi E accostati non a tutte pero, l una elidesi, e scrivendo si apostrofa. Voi ch entrate; il sole. "H>.ics a Livid onde. Anco / E accentata si elide: Perch io. abbia da invidiare all Eminenza, It. non sopra : e Eccellenza era D. 1.7. due Amoe per ant. Lat., aggiungevano alla E, come ad altre e percio sta per per Se, Ma. C e e vezz. in Ellus, noi la speditezza e l eufonia anco i Falisci avessero il e la quantita breve o e noi lt. fino a di Nola. S. .4nco i Ed o E. JVe in quel di D. 2. 1. Conducerlo a vederti e a udirti comporterebbesi ed ad udirti. E piu pr.; giacche non senza e aspra e forte, sara meglio scritto che ed aspra, dove la scorrevolezza de infinti, verso per Reo. // della cosa. Notisi pero che nel Trentino taluni pronunziano Ed quasi come Et, o almeno cosi pronunziavano nella mia giovanezza. : onde Virg. stesso aulai da Pretium; Avvezza, stretto, da che la E domina ne vocaboli denotanti Dio e l essere. Ne e esse da Esso, stretti, perche Gli ant. le stia anzi necessita affini a quella che significa l ire. Quindi il valore a dirli chiuso e aperto. che denota il muovere segnatam. Accademia. 0 anche Emerito. Ordine de ling. ani. anteriori al rom. E le voci composte con E o Ex nel lat. e nell it. sono non piccola parte delle comincianli ne due dizionarii dalla selva selvaggia era dittongo ; Ego lat. e gr. e l ant. it. Eo ritengono la E dell voi {pronunzia quanto per contrazione) somiglianza dell ente i tronchi, s avviene alla all idea universale dell essere. Dall ri prende gli voce. E quando l i vale Avere; agli SI. Imati, uff. al lat. Einere, che al dire di Festa valeva Avere. Domina la E in Aer, Aether, Quand anche Leggiero vescovi. pronunziasi largo per in, Aei, che mette radice nell Essere. Eco, suono in gen. liei, Hen, suoni di dolore; Ehi, Eh, Ehm, Ecco, suoni di chiamante, di additante, di in Enirn, Etenim, Eqnidem. Cosi di maraviglia e di gioja. Questo segnatam. nell cv, che ci fa riascendere a Dio ; onde Euge, Evoe a Bacco, Osiride, ch era eziandio N andava; Ond io ; Gr.; El, agli F.br., Dio. e D. Leno per Lene; Di gen. femm., sottint. appunto D caso che la voce auspicii il verbo gr. che Quel che toccai del valore deliri partic. appare in Eccelso, titolo di Dio per eccellenza, e nella slessa voce Eccellenza. Aggiungevasi poi questa lettera come per Fece deducevano Fee. E intensiva eccitante comechessia l attenzione; vecchi esempi hanno pure Iconomia. come agl It. in E come! rinforza l esci., e l inlerr. in quello del Vang. E chi puo farsi salvo? Adoprdndo questo suono i Lat. nel pi. del fem., lo sentivano Amo, Gesue; giacche umano coir Ente sommo, e accentuare del Che, per distinguere, Mar. Vitlor. notava il giuoco Beata, Bella, Stella, Eva, Elie. Nelle voci Breve, Lieve, Neve, che non sono per l e Lat. avevano tanti dim. rimasto Ed per E; ma in Elio e in Etto. 18. Le consonanti che precedono e seguono, E mula de Fr. valore di questa, Sie per Si, stretto; ma questa, piu di altre, risalta, seguila che sia dalla N, e la fa risaltare. Gli Vede, Mette, Empiere, stretti, perche 2., si veggono; come in Virg. I.ucentemque glohum lunae. Gl It. non osservano come i Fi: l alternare delle rime masc. colle femm.; perche Ven. Vinti : Inferno do ant., e anche guale. cogliere bella il pop. tuttavia cavalieri per e nella fine e nel corpo del costrutto sapere, secondo il sentimento, alternare il congegno de suoni e istinto, piu che arte, agli scrittori grandi e di verso e di prosa.19. Abbreviazioni, [t.1 E. V., Era volgare. E., Plaga o Vento d est, Levante. N. E., Nordest; S. E., Sud-est. P. e., Per esempio. Nelle iscr. it. E., Eta. Nome: pop. finisce in E corre piu colla voce sulla Gr. coli accento sopra, 5 ; coll accenlo inferiore a manca, 5000. Nel in magno. Ma poi tanto Con linea sopra 250000. Era la quinta delle lettere nundinali; ed e la quinta delle lettere dominicali. — Nell ant. rituale, Giovedi. E., Eccellenza, e anche Eminenza, piu tenue dell X. 2. e Ecc., sebbene VEccellenza in orig. niente 16. significante largo: ma Prestare di amavano le elisioni, e se simile varieta. Onde, sebbene Breve E., abbrev. a sentire l eli. ; ma dell in altezza, e che pare di numerazione nelle note o nelle Vangelo ci si sente), giova, antiq., C. Mus. E, ovvero e-si-mi, per mi-sol-si-mi indica il tono di mi. Nel ling. chini. E ter ina.