t GNAFFE. [T.] Esci. volg. Varch. Lez. 515. (C) 1 Latini aggiugnevano alcuna volta la g a lor par poco eh lat. Gnave, Pros. 3. di nalus e navus; cosi il pop. lo dice in essendo questa lor voce propria, chiamano gnaffe... [t.] Non dal ? [L.B.] Ora i Toscani, fede mia!, preposta la G, da Mia anzi i Fiorentini, disse il Boccaccio nelle sue co signore, che non lo da e gnavus, in luogo 220. (C) Gnaffe, the Guagnele per Vangeli. V. Affe novelle, e parola del j/opolo, ne vale per altro che per un cominciamento di risposta, e per voce che da principio e via all altre. Bocc. Nov. 1. 25. E 24. 12. [Tor.] Red. L. Mor. 52. Mi tratta meglio degli altri autori, perche infine infine a me mi da del suoi deriv., e gnalus agli altri. Gnaffe, che vi nomi dicendo Fede. = Bemb. ma In fe !, come in fine di discorso. Mi voleva far cascare : gnaffe !