ARIEGGIARE. [T. J V. n. Somigliare, segnalarli, di quell aura che par quasi che spiri dal volto umano. Coli A par che dica talvolta Somiglianza men prossima, [t.] Quel figliuolo arieggia piu la madre, la aggradevole, che suole avere in slave arieggiano piu alla bellezza greca che le italiane. = Salvili. Annot. Mar. Perf.Poes. 4. vi e una cagione, che Plato d Aristofane.) Bellin. Bucch. Dee. (il/i.) 2. Fig. fa eucio. E Disc. 2. (Gh.) Quello (verso) arieggia, non andra piu arieggiando e volando Pros. tose. 1. 147. 394. (Man.) Arieggia alla commedia che venne dopo chiamata la moderna. (Il arieggia le immortali Dee. Baldin. 48. Parve all Indian, di que vasellamenti Vedere un non so che nella figura, E nella pasta, e negli atteggiamenti, D arieggiar molto alla manifattura. Salvili. Pros. Tose. 1. 147. (Gh.) Questa liberta, e restituzione d egualita, usata per le sette saturnali giornate, arieggia panneggiare... E Op. 8. 469. sette anni correva. 3. Nell arti belle / Arieggiar modo d arieggiare di teste che a quelle si da ; e dice insieme la movenza e l espressione, il garbo e la rallegratila. Baldin. Leti. Piti. 12. (Man.) Questi pittori hanno questa (cagione) si e usando diversita nel colorito, nell arieggiare delle teste, nel all ebraico giubileo che ogni (Gh.) Ch egli tenesse un delle troppo la compagnia delle femmine. d abbigliar figure maestose si, ma senza affettazione non isfuggendo [ figliuola il padre. —Certe donne se l espressione del decoroso e del grave. i. Altro neutr. non com. Quasi Andare per aria con la leggerezza del moto. Cennin. Trult. Pilt. 22. (Gh.) Ancor 371. (Gli.) l orto ella , usandola, puoi (o pittore) alleggerir tanto la mano, che so tome, a Salvili. assai piu che non fa la foglia al vento: e avuta fra di loro qualche teste e l aria e 5. [Sei.] Dar aria ad una stanza, ad un luogo chiuso, specialm. per ragione di salubrita.