CITTO. S. m. Voce, che usa la plebe in sentimento di Ragazzo, Fanciullo, [t.] Vive nel Sen. Lo derivano Buonar. p. ili. col. 2. barb. ©itto; , onde Zito e Zitella. Forse scorcio di Fanticello, e che di quelle son da Fanciulla. —• Scitus e Scitulus, segnatala, di bambini, era voce di lode e (C) Andatevene A casa ; accorgessero in Z, C Di questo vostro umore, Mogi. 3. 4. di se i citti si che carezza. Mutasi poi la come Zoppo da Ciotto. Cecch. e vi farehbono La sassaiuola dietro. Salvin. Annoi. Fier. da Tittos, Alumnus, nel gr. (Gh.) [ citti, quando sentono volentieri le novelle, altra voce sim. come Ciulla vaghi, dice Aristotile che e segno di bella indole.