CLAMORE. [T.j S. m. Rumore confuso persone insieme. Aureo hit. Fr. voci di piu dalle Jac. Tod. 2.1. 6. (C) Fanno clamor tant alto Cii e sopra il ciel passato, [t.] Innalzare il clamore. Virg. di biasimo o sdegno contro in Plaut. Far clamore. [Val.] Pomp. Vii. Plut. 4. 91. Ma, quivi stando, si struggeva il core , Vago di pugna e di clamor guerriero. i. Segnalam. di grida e rumori ch esprimano corruccio di dolore o corruccio d indegnazione. [t.] Fr. Jac. Tod. 5. 12. 5. Non puo esser soffrente Che non faccia clamore. — G. V. 12. 42. — Rispettate il grido comune, saputa in corte, ne fu fatto gran clamore al Papa. E 10. 204. 1. Onde venne in Ponente gran clamore al Papa e al Re di Francia. Guicc. Star. 17. 32. Rinnovandosi, con clamori grandi di quel popolo, la ignominia delle artiglierie. — 1 pubblici clamori (in it. forse meglio plur. che sing.), Sublatus ad aethera clamor. E pers. o suo allo. f r.J Clamori degli avversaria Fedr. Suscitare clamori. — Di suoni di cose, dello mio clamore. k. D 3. (C) La qual {legge) non il clamore de vili. 3. In senso buono, non com. [Cors.] Dant. Salm. penit. 6. Dal profondo chiamo a te, o Signore, E pregoti che ti degni sentire La voce afflitta Perseguire clamori e oltraggi. animali, Virg. con 5. D acque, Virg. — Vani ; Oltraggiosi. Cic. ancorche non com., potrebbesi, segnalam. nel verso.