Il Dizionario della Lingua Italiana di Niccolò Tommaseo
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©   F . B O N O M I   2 0 0 6 - T U T T I   I   D I R I T T I   R I S E R V A T I



DI. [T.] ParJic, uff. al di... — Per poco di... lt. a comporre altre voci, come dai apostrofala congiungesi a quelle si quindi per quel che dicesi Segnacaso, fatta cioe corrispondere al genit. lat.; lo spirilo umano nella lingua una ragione latente di preposizione. Senonche eli.. Come d uso. Non genit., e il raccogliersi me la carne nuda. E del lat. De, dellW coll abl., il Di nostro alla forma speme, vivemo in desio. quest — Essere di parto, Avere di color che sanno. E I Lat. stessi avevano promiscui certi usi, e dicevano Deverto e Diverto, Degredior e Digreilior, come gl lt. Dacis audisti? [t.] Cic. Giord. 289. tutto punto. E Di sono agl Jt. antiq., come appunto Didurre ; antiq. all incontro certe del De, come Declarare ; in altre le due forme, uncini). [t.] Cic. Legge dell nella scritta, conservano qualche vita, come Divoto Che tiene ancor del monte Dio, che leggesi negli ani., e che vive in piu dial., e piu strano del com. De e Del, composto di De ilio, De illis.. 2. Siccome il De lat. vale per primo Derivazione e 11 lui per II, Dove si truova Flegetonte eLeleo, 212. Vi faro di L idea di Congiunzione con quella di Derivazione apparisce nel senso di Diffondere, Dipendere, Difendere, e sim. Poi vengonsi dilungando oggetto da orazione (orava assai). [Cont.] Laur. La Divisione si avvia a Contrarieta in Diverso, Discordia; va fino alla Negazione in Diboscare, Difforme. La forma varia muta senso alla voce, come in Differire e Deferire, Deforme, e Disforme, e piova Eterna. — Cosi per es. apparisce che alcune volte la partic. raddoppia la consonante dalla quale incomincia e piu d assai, [t.] partic. congiuntesi ; e cosi gli ani. scrivevano Dillei per Di lei (/•>. Baro. 355. 13. (M.)); come Allui per A lui, e sim.; tal altra volta tutto 1 sabbion, d e anche questa varieta mula il senso, come in Deviare, Disviare, e nell antiq. uso dell agg. Diviato. Talvolta il Dis non e che intensivo, siccome in Denota talvolta piu diretlam. come in Dichiarare, Dimostrare, e sim. Per Cotesto non e di peccato Disamare ; mula il senso in Disporre, che d Br. Lat. Ben appreso o o Deporre. Quando poi non si reca al De lat. ma al gr. Aow, anziche alla gr. partic. Ata, allora ne composti ha cui pestar mi vedi. Vive insegnare (per Cosi dicesi Diatomico un corpo che si supponga in funzione di doppio atomo. 3. [t.] Quando segue vocale, elidesi pronunziando, e scrivendo s apostrofa ; non sempre pero; che, quando la preposizione ha una.speciale efficacia di sentimento, giova metterla in mostra. Ma e prepotenza degli stampatori lasciarla non apostrofata — Ghirlanda di fiori. Tib. figliuolo, il figliuolo del padre. righe la voce secondo nostri i seg. [t.] D. e non Di-sparato, Di-sperato e non Dis-perato, non e da contenderne, ne norme generali polrebbersi porre in questa ne in altre cose piu gravi. In alcune e il demonio n era Lat.; e per Preposizione, e che fa luti una voce; ma giovera separarla quando il azione, e massimamente quandogli d intorno le noje, che non e come Alberi dintorno alla casa; e nel [t.] Petr. Ball. 1. Ogni altra voglia d entro al cuor mi sgombra, ch e il contr. di Mettere dentro. Cosi D. (.!/.)• Ferir me di saetta. dignita, che si al volto. Del resto anco i Lai. congiungono in una voce Deintus, Desuper,. Depost, Desubito, come noi.II. 4. Corrisponde e dell Ex, fa che del genit., in quanto Videa di generazione, subordinata alla piu gen. idea marmo, di gelo. Nel modo piu comunem. domina nel secondo caso lat., porta seco quella di derivazione. Segue di qui che due Di trovatisi nell it. sovente accostali, l uno corrispondente eli. che sottintende: Il mio di... — A chi [t.] D. 1. 21. Ecco parte. Quindi della professione. [?.] Zita; o anche come due genit., il secondo dipendente dal primo. E K. La bella scuola Di e pero Non intendersi Pioggia d aspro martiro, cuor di Federigo. 5. In Nov. ant. 93. Voglio un mi del poco. D. 1. 19. Da nostro, [t.] Ter. Ne expers partis esset de nostris bonis. Svel. Nautae de siccome nell es. cit. del astrologos. Cic. Rabulam de foro. — Accusator de plebe. di... — Ma altro e 1. 3. Fama di loro il mondo esser non lassa. E 4. L onrata nominanza Che di lor suona. Cic. 50,000 scudi, [t.] Professore di danaro. — Cosi Far vendetta d alcuno si rende col lat. De; e vale in il. Punire il reo (D. 1. 7.), e Rendere giustizia all offeso (2. 10.). Quando il Di e aff. a Da, ci della quantita di cui parlasi. col donno; ma tutti dicono di spiegasi in e di soggetto conducono a gloria di mia virtute stanca.22. col Da (V. A particella). Ma anco ai Lat. il genit. stava per l abl. [t.] Hor. Sceleris purus. 1. 5. Al tempo de ; e in Licinian. Framm. Di coll Inf. ne {se la lontano.— Cacciato di casa. Vang. e in innoc. De lateris, segnano i passi Domilill. 294. (Mi.) Terribili cose tempi. t Modi antiq., ove il Di sta per quel d onore. Sost., quasi tutt Roba di pochi paoli. Dice Non son piu di e d agiati fu abitato. Di lei, Di questi o (Vian.) Passav. Tratt. Sogn. {Ut.) parere talvolta partorito di poco. {da se, di per se). a depredare l Italia). [t.1 Arm. fam. 9. (C) Petr. Uom. ili. 157. V. Dei, D. 1. 9. Si duri Piu propriam. del moto; come e partendomi. Guid. da Pis. Fall. E 14. All entrar san vivissimi nell it. i pari., (Mt.) Senza alcuna fatica di Di Iradurrebbesi collabi, lat. [f.] Coronato di gloria. D. di vestito. Non e lo Giunsero amendue li ciechi la 8. Ciglia rase d ogni baldanza. E 3. D orror che, risparmiando parole, di vedere tant* ingiustizia. [t.] A quel ver ch d un bel fiumicello. = Bocc. Nov. 21. (C) Chiunque di Lavorare di fine, azione anziche [t.] Non era ancor di la rumor sorpresi {dove, non essendo da intendere Maravigliati, sta proprio per o tal cosa, cioe dell fuor che l oro, e rotta D una fessura, non bene si volterebbe Da una strano, il Qualcosa, non e valore suo proprio tra il senso ordinario del Da e l uso del Di. Nel attengono a quest idea. [t.| Sovente e eli. chiarissima, soltint. tutta piena Esperienza d osto giron porti. Similm. i seg. agg. portano com. nel ling. fam. che spento. Salv. onor determinato sovente e piu chiaro d ogni luce muto. E 9. Di poco era di nel nostro Di i sensi ivi : Pien cerimonia. — Societa di commercio. di merci. D. 2. 16. Notte il detto frate... di grande seg. di quercie. — Rimeritare d parti d Oriente. D. 1. D. Purg. 32. Con que lumi in mano Che son sicuri d Aquilone e d Creusae.[t.] D. 1. 2. Sostener propriam. ». 2. (Mt.) Un grembiul libero di me stesso 1. 7. Oh giustizia die dell un taci, E {Mi.) Il nome di Maria, [t.] E 1.1. Raggi Del magnanimo quell ombra (l d esto E 53. 90. = Guitt. abisso. E 1. Al pie d un colle. E 16. Costa d Appennino. E 3. cade sotto l idea di fiume. E 14. Bollor dell acqua. E 11 dimando... di molte altre 17. [t.| t un tempio. D. 1. i. Di quella fera la... pelle. E 17. La groppa del fiero animale. libera del mio cuore (ho £20. Agli occhi de Teban . E 19. Delle gambe infino al grosso. 8. Nei seg. non corrisponde propriam. all idea che suol portare il genit. lat., se non in quanto de nostri cari. Virg. sta meglio. — Patisce d fumo del pantan. E 16. 11 rimbombo dell acqua. E 6. Il suon della tromba. —Sparo.del fucile. [T.] D. 1. 6. Colpa della gola. E (non presero cura , o E 20. Delle magiche frode all ravviverebbe il modo; cosi della fr. Relaz. d uso. s allontanano dall idea ordinaria Lai. Quando corrisponde al gerundio si presso il mondo casto. E 10. assai della gente; degli altri poeti onore e lume. E 4. Il maestro promiscui piu che non sono. 3. Il nocchier della livida mena (il turbine). E 16. delle mura... piu fossi cingon d ogni i piu l adoprano sul multi). Il Di Disdegno; e similmente il Di, M. Madd. 115. Costoro volevano prima, di quelle che piu 14. La fosse. (Piu com. I er del capo. D. 1. 20. Il pianto degli occhi. 11. Dell impressione che l un ente riceve [t.1 § 8. 6. prodotto anziche della proprieta efficiente. [t.J D. 1. 1. La vista, che m apparve, d un leone. E 17. Vidi spenta Ogni veduta fuor che della fiera. — L di in questo caldo (patisco della cosa. = D. Par. 17. (C) E poscia solamente apprendere quella (la virtu in lume, Ho io appreso quel che, s io ridico, A molti fla savor parlar mi ragguardevole, e di molti studii. Sa di cannella, Non sa di nulla. [t.] col Di, tiene del senso genti. t Pace. Centil. 10. 35. tuo fedele Di te. 12. 9. A Pola presso del di Mio, Tuo, Vostro, ponesi, alla gr., Di me, Di te, Di voi. Ma ne primi degli es. seg. il Di e necessario, negli altri giova o a chiarezza o a efficacia, [t.] D. 1.8. Quanti si tengono or lassu gran regi, Che qui Genti di grande autorita. Ivi: Di se lasciando orribili dispregi 3. n. 3. Egli ne canz. 21. (Mt.) Mostrandomi pur l ombra Talor di se, ma 1 viso nascondendo. Omel. S. Greg. 1. 175. della grande impresa d un [t.| [). 2. 14. All ci dimostra, ci apre la via di quello che dobbiamo seguitare. Bocc. g. 2. n. 7. (Mt.) Io credo che quella cura di del grandioso. —- r Bocc. me, che di me medesimo avresti. Virg. Victus amore tui. Bocc. g. 3. n. 3. : Egli ha la disgrazia di non consolazione di lei, ti priego che... Meno usit. il seg. Bocc. g. 3. ». 9. aggettivati o no, ove il voi, io ho speranza in Dio d avervi, in otto giorni, di questa infermita renduto sano, [t.] 0. 1. 16. Sempremai L ovra di voi lingua scritta: [t.] Il costui proposito. Ed e sapiente cosa bello nel 15. In la mente m e fitta, ed or m La mia buona voglia Che a qualche modo II nel 0 qui puo stare e voi foste tempo, [t.] Un anno di Alla chiarezza richiedesi questa forma, segnatam. nelle lettere, dove si da del Lei; che, dopo nominala altra pers., volgendoci a chi scriniamo, e dicendo Sua, non si saprebbe se di quell altro o di quello al quale e direlta la lettera. Cosi accostati due nomi, uno femm. e uno muse, per sorte disgrazie. 0 anco : ora. (t.] D. 1. 22. [t.] Vestir di lusso, di Ott. Com. D. 1. 27. Di quelle. III. 13. S accoppia coll Inf., e ora l uom chiuder le di, ora al gerundio in do ; ora fa essere l Inf. quasi nome., di proprieta e qualita corrispondono ai 8. Pieri di fango. = quella. Ma poi, Son di per il Da it., e 5. (Mi.) desin. Guitt. Lett. 3. 13. la cagion che non e cavalier , d Arezzo E 19. [t.| Libro mi trassi (m astenni dal idea di cagione e di fr. [t.] Vengo di vedere, cioe Da vedere, Dnll aver visto ; e gli es. col Da s. Nel seg. Assai e di coraggio, e in io lat., che portava pure il genit. [t.] Hor. Jam satis nivis. Car. Lett. 1. 30. Pergolato che, per l altezza, ha dell aria assai. = Bocc. Nov. 6. [t.] Ce Celi. Doc. 558. Se io lode ne dissero. E 3. 6. Molto di male ne potrebbe seguire. [Val.] Pucc. Centil. 15. 20. Sessanta mila doble la voce a cui essa 1 D. 1. 29. Si Albero di fico. Appartenenza ad quasi Tarn multum, come in Concerne l idea veduta di Iron. [t.] Ne so di molto! —M importa di molto ! Nel seg. segna quantita — Di di, nel tempo Gli sbanditi e servi intorno si levava di continuare il 1. 19. Di parecchi anni mi menti Parlare, Operare di proposito. Onde il tempo che questo doveva accadere). — Sbaglia di poco. 46. Quantita di possonsi recare a altre idee: 5. (C) Cominciarono a rifare la nostra notule citta di Firenze, non pero che fosse della grandezza di prima. [T.j Corpo della stessa (che scriviate). — Lo riprendono d un largo tutti (ugualmente larghi). — Uomo d alta statura. = D. 1, 31. (C) La proda che il pozzo circonda Torreggiavan di mezza la persona (t giganti), [t.] Lo vince di tante braccia. — Minore di tante. [t.] Freddo di dieci gradi. 47. La parte di un tulio, [t.] D. 1. 20. Il ventesimo canto Della prima canzon. — Il quarto della somma. D. 1.6. Girammo Uomo di ferro. — le De. [T.] D. 1.17. Acciocche piu o feri Toante in volto. Pelr. che si parla, [t 1 Domandar del pane Tose. 345. (Mt.) Non era... di questo. — Di questo non ne toccherete. D. i. 8. Segando se ne va l antica prora Dell acqua piu che non suol con altrui. E 7. Prendendo piu della dolente ripa {camminando piu Quando produce (la terra) di se traendo la coda... Trasse del fondo (del carro). Guitl. piu sorte vini. Nov. ant. di quel divino amore, Che casa. Cic. Il giudizio e primo loco. 48. Ma Del sovente indica non poca rammenta che l ahl., rappresentato Bocc. Nov. 28. 11. di Con gli occhi volti a chi del fango ingozza. — non c e l idea anche poco ; ma dicendo Mi costa del danaro, intendiamo, non poco. — C migliaja, e intensivo, e vale C e voluto dimolto sfono, e sim. Nel seg. par che denoti, non parla, ma il lutto. Bocc. g. 3. ». 9. (M.) Avrebbe ella fatto di quello che a questo conte fosse piaciuto, [t.] Ci va dell onore vale Si obbligare di andare a Genova, piccola parte d onore, campo. Soldato di guardia. Gentiluomo quasi e le ad ora M Cosi dicendo [t.] E qualcosa di bello, di fessura; ma gli ha un Aliquantum, ma . escio quid, e una per indicare appunto che della Particelle che segnano la misura. [Cont.] Docc. Tralt. Scherm. 66. La vostra schiena Sono — Dei per Dai. Borgh. ma non tanto che voi sentiate che la vostra gamba destra sia carica, ma silicone che la stia leggierosa. = Bocc. g. 8. n. 7. (Mt.) Li medici appena dopo alquanto di tempo (Dicendo Alle lettere e piu guarire. Dani. Canz. Altrettanto di doglia Mi reca la pieta quanto il martire. Bocc. Nov. 74. Poiche tanto di grazia n avete fatto. £98. E Fiamm. I. 2. Oime quanto ma piu espressam. i seg.; in questi in tenebre si fosse mutato siffatto giorno. ([t.] // secondo Di ha senso di chiavi del perdono). Modo sim., a Che sarebbe di ine). E g. ! = Pelr. p. 1. potrebbe troppo di mal seguire. [t.] D. 1. 4. Semo perduti e sol di tanto offesi, Che, senza i suoj usi siano indeterminati, uso it. corrispondente al Agg. ne seg. Bocc. g. chi erbe. E ivi. — Buon. d ora, [t.] Un poca d acqua. — Ridendo faceva tanta di bocca (questo si dice; ma non il seg. che pare il medesimo). =. t Bocc. Lab. (Mt.) Ne e donna in cui tanta di vanita fosse, t sottintende il Di, ma rende era suo. — quale... gia altra vuol troppa D arte e d ingegno avanti che disserri (delle due A o Per, o corrisponde non uguale. 1. 2. Scesi quaggiu del Lui presono nella battaglia con molta di sua gente. 51. o d altro ente vivente, canto. E Costantinopoli, [t.] Son di Lucca ogni valor, pien di relaz. diff. 28. stanno per Agg., preponesi Affermare G. V. 10. 39. (Mt.) La piccola citta d Imola quasi rimase distrutta di buona 24. (M.) E s io in pria di Neri spontaneo, ma men chiaro. Una ». voler tutti gli uomini materialmente galle (sotlint. Piena). che la sua generalita puo cosa. Quindi gioja. E 2. Cose che trasl. D. 1. 15. Cortesia e valor, di , se dimora nella nostra citta... 0 se del tutto se n m ha morto. |t.| Ammazzare seg. sarebbe Uomo di poche modo avv. Del resto, anco trasl. Bocc. Lab. (Mt.) Se punto di gentilezza nell animo hai, tutta l avresti bruttata trasse, [t.] D. 1.1. Trarrotti Non c e nulla di vero. — Niente di meglio. T.] D. 1. 9. Che se il Gorgon si mostra Del tempo in relaz. a Nulla sarebbe del tornar mai suso. Petr. Son. Del riposo e nulla (non ho riposo). D. i. 22. Di levarsi era niente (non si potevano levare punto). Fr. Il n en est rien. 82. Dice valore e prezzo, [t.] Gioje di gran prezzo. —Vino di dieci soldi, Cattedra di dumila franchi. — Dote di cento scudi. — Moneta di dieci buona sostituire di loro Francesco cento scudi (che guadagna cento scudi). [t.] Debita di tanti scudi. — Imposta d un milione. — S e presa Sost. giorno. Ma non dicono le paga di pigione). — Nov. 60. 2. (C) qualche diff. 1. 1. Mori un scheggia usciva insieme Parole e refe. Di quel ch uno possiede, dovrebb essere iron.; ma orgoglio. D. 1. (de turba serio come il [Cont.] n era delle e di fussi sangue[Cont.] Barbar. Arch. Vilr. 432. sarei oggi uomo di piu di Legati de pace. Menzione del cinque mila lire. — Uomo d un milione ( io mi chiamo Legione). Fig. mi si partia d innanzi Nel seg. puo riguardarsi e [t.] Persona di riguardo, Uomo idee di soggetto del nostro una voce. [t.J D. 1. 19. Il d< su tien di sotto (il d amore, Figliuolo d anima, in alto). Sottint. Della parte di. [t.] Egli e di quelli di giu dal torrente. — Quel di giu (l uomo che sta nel piano giu). Pelr. Canz. alili. Il furor di lassu (degli Oltramontani). Vang. Voi siete di quaggiu, io son di lassu (de deorsum, de superni»). —Vento di levante (che soffia da levante). Ir.] Uscio di strada (che riguarda la strada. In altro senso che Uscio della stanza). — Porta del palazzo. — Paese di mare, Porto di mare. Modo corti. [t.J Dove sta egli di casa? — Torno di casa in via del Palagio. 57. Taluni degli es. noi. portano idea di moto da luogo o per luogo; di noja Come determina vedesi non pero si che anco dell aspro martiro. Sotto il magistrato (si sarebbe levato a innanzi di dieci Mi — Sparse di gran lagrime; lungi ancor la nostra via Di qua dal sommo. E 13. D. 1.13. Fummo d un arrivato. E 5. Di qua di la... di su di battaglia. Che aspramente tormenta, come negli guardia Giu d una ripa discoscesa Trovammo risonar quell acqua. In luogo di Per. [t.J Passi di qui. —Vo di mercato. — Passa di via dell Amore. Alle idee di quiete insieme e di molo recansi quelle di Presso e Lontano. [t.J D. 1. Unito al pronome, invece Quarnaro. E 31. Vedrai Anteo presso di Dire si corrisponde a In 6. (C) Io ho trovato una Di tra, bel congegno la assai presso di qui. E 46. 2. Ischia e un isola assai vicina di Napoli. Men coni, parte, averla operata o causata, 12. La risposta Farem noi fronte. — L Inf. col (Ma anco i Lai. De gli ha un suo valore. 4. Di lungi v eravamo ancora un poco. E 16. [t.] Cotesto non e di Si puo avere risposta a 58. Di paesi, [t.] D. 1. 14. In quelle parti calde d India.—Nelle senso aff. a Contro. [Camp.] 20. Ne monti di Luni. Posto in altro modo l art, [t.] 11 monte d Ida. D. 1. 18. Per l isola di Lenno. E 24. Il bel fiume d Arno. [Val.] Ani. Com. Dani. Elrur. 2. 113. Nel fiume del Nilo. [t.J La citta di Roma. Luogo che fa parte d altro luogo maggiore. [t.J Vang. Cana di Galilea. —Betlem di Giuda. — Da Betsaida di Galilea. Cosi potra dirsi Vienna di Francia, per distinguerla, al bisogno, dalla Vienna tedesca; Alessandria d Egitto, per distinguerla da quella che e monumento 11 Redentore, in tutti gli Papa. 59. D origine e patria, [t.] D. 1. 10. Di quella nobil patria natio. E 22. I fui del regno di Navarra nato. Piu ass. [t.] D. 1. 16. Di vostra terra sono. = Bocc. Nov. 27. 11. e del). PI. De lanificio 13. Del Petr. Vuoto d Qui cadono i modi avv. [t.J Dionigi parole li nostri prossimiprovochiamo ed 50. (Mt.) Lo primo podesta fue messer Pazzino de Pazzi, di Firenze. E 175. E 91. Oon. Ant. 133. E 128. Messer Piero Confalonieri, di Brescia. Car. Lett. 3. 63. Segner. Incred. 1. 1. 27. Sisto di Eminga, nobilissimo astronomo del suo tempo. ColiAvv. indicante il paese, [t.] D. 1. 22. Un che fu di la vicino. [t.] Pesce d acqua dolce. 60. aveva il desio. E 8, Sen. al dividere nelle due Sacch. si tiene in Provins). — Cosi Fiera di Senigallia, e