DILEGGIARE. V. a. Beffare, Deridere, Pigliarsi giuoco d alcuno, uccellare. Morg. 21. 79. Rinaldo, d odio. Dileggio e meno superba ; Tose. Piu conte niente crudo aggirerassi Marte. Tratt. gov. ne da Deludiare, ma Chi vince non dileggi, e della legge del bene e del vano, Privare d effetto. Di niente, e percio furono avute puo essere piu leggiera del Non Risponde, che saria in puo essere altresi sanguinosa. = Lib. Viagq. (C) Ivi fue dileggiato, e beffeggiato. Varch. Lrcol. Chiabr. Forest. di cosa e non di o pigliarsi giuoco, ridendosi d alcuno, s usa dire beffare e sbeffare, dileggiare, Schernirlo, [r.] Vive talvolta disprezzo 1. 20. 32. E lo dileggiava, e da questa cappa che dileggia. questo ebbe sentito, Lo dileggia; ma I grave di Deridere, perche ha pazzo davvero. 2. Ass. [t.] Prov. Tose. 143. dal riprendere uno quasi fuor chi perde non s adiri. 3. Fig. Per Render conveniente. Poi prese senso 2. (M.) Chi per vilipendere, pers. 51. Ma se fa cio prova il ferro dei dorati usberghi Se fia possente a dileggiare i colpi Quando piu da Deliciae, ne da Deridere, fam. 81. (Man.) Quando dileggiate furono tutte le medicine e naturali filosofie, per scrittura fu notificato tutto il caso a uno religioso (cioe, si conobbero vane e da sempl. derisione. Ma la derisione in dispregio). [Val.] Fortig. Ricciurd. 1. 40. Liberta lieta, che dileggia e spezza Tutti i legami del crudele Amore. i. i Palaff. 3. (C) Eseh io chiamava codardo. Bern. Ori. quando — Forse neul., che esce di legge, Sconviene a me.