i DISERTO. [T.] Agg. Che con chiarezza e copia ingegnosa espone le idee. Aureo lat., alquanto vivo ai Fr.; e, ancorche inusit. a noi, puo denotare un pregio distinto dalla facondia e dalla eloquenza. PI. e altri Diserte intendono per Chiaramente. La chiarezza dunque e qui Videa essenziale, onde Girol. Diserte exponere. [Camp.] Eloquenlissimo ; ma la chiarezza certamente copia di qualunque piu eloquente e piu diserto l astr. iron. Mont. reca un es. augere. — Tutti distinguono Facondo suol 15. 314. (Gh.) Degli Achivi Pochi in arringhe lo vincean, se gara Fra giovani nascea nella Disertus c eun eloquenzaslringata, e copioso e migliore. Perche denota piu specialm. Videa d arguzia. Cic. Socrate fu oratore polito e diserto e Girol., e parlar, fr.) Ter. con bell arte Del diserto piu non sempre di stile evidente. Puo il dicitore essere diserto ne dialoghi, appunto come Socrate ; dove non sempre Ar., e egli slesso Iliad. chiamarsi eloquenza. — Diserta ben dice Cic. una lettera ; Man. Versi : e sarebbe vuol essere troppo eloquente : Lucano lode.non desiderabile sentirseli dire Eloquenti. e cosi Giovenale. Catullo da all eloquenza: Mirabilius et magnificentius perche il metro non comportava Semi. 35. Non ci basta maravigliosa di Tullio gli meritava con proprieta quella lode. E propriam. Nep. Eloquenti;! disertissimus. Cic. accoppiando distingue Disertus da Ornatus ; e troppo col precello e coll esempio egli insegna del Disertissimo a Cic, forse dell ha luogo quel che e Eloquente ; il Diserto e men del Facondo quanto alla copia e alla facilita ; piu, quanto alla chiarezza e all arguzia. Mar. Mere, ne fa il dim. Disertulus; parlare ad esponere. = // Diserlitudo, ch e piu schernevole di Facondiosita, ed e anal. a Squisitudine, che pur suona biasimo.