KIIKSI.lltr.A. [T.] S. m. Chi si fa capo d un eresia. Pretto (/r.; e i Gr. avevano anco il v., a Bestemmiatore sempl. Costui e un Aug. — Pallav. Slor. Man. 19. 5. eretici. Segnar. Mann. Conc. 161. e che son gli eresiarche. (Desia, per la rima, sull anal. del ha il sing. in A. che pi. femm. lez. err. [G.M.| Fani. Per I monarclie, e detto eresiarche, cioe li principi degli Gli bene.) lini. Alcuni arditi di questi D. Inf. 9. eresiarca. eresiarchi disseminarono da principio tra popoli questo errore, t (C) Qui lo fanno per (Gh.) Eresiarci. — Ci per Chi, forse — Dante avrebbe anche detto cui corrisponderebbe Eresiarcheggiare. E in eresiarca (che dice eresie). E eresiarchi ce n (Man.) Un Bocc. Coni. D. 2. 277. vezzo.