DEGNARE. V. ». ass. Dimostrare a tanto onor degnata allora. Se tu, preside nel Purgatorio, e particolarmente gl inferiori. Dignare, aureo 5. [t.] Modo di dire quelle colali persone, la cui usanza ella schifa: ella non degna si basso, e le pare essere si grande, che le viene schifo delle sue pari. Lib. son. Raccol. Rim. ant. tos. 1. degni d Piovano. 2. canz. 1. 6. (il/.) Alto deguasti d accedere al monte? Che sei stato degnato 3. Ella non degna di degnato di Chi avrebbe degnato di andare S. Greg, 2. 31. dare a servi suoi. Omel. come prima. 12. Per Giudicar degno, dicevole; Compiacersi per benignita e cortesia. Bocc. Nov. 49. 15. (C) Pensando che voi qui alla mia povera casa venuta siete, dove, mentre che ricca fu, venir non degnaste. Petr. Canz. 17. a dono e beneficio cheavea mirar si basso. E canz. 19. 2. Onde il Motore eterno delle stelle Degno mostrar del suo lavoro in terra. E 49. 9. Non guardar me, ma chi degno crearme. Pass. 211. La buona si e, quando altri non degna di sottomettersi alla 57. (Mt.) E ch io pass. Petr. Gio. Bat. 186. (M.) E 4. N. pass, [t.] inferiore. Malm. 5. 63. (C) Italia col Di e l infinitivo e il V. S. Rever. m ha d un posto, Degnarsi di rendere il saluto. Bern. Ori. 1. 16. 51. (Mi.) In terra il su non degni. |t.J Nec non volle degnarsi d ammazzarlo. Cas. Lett. 5. Supplico V. M. che si degni d udirlo colla sua benignita solita. E 6. Faccia quel tanto che ella si degnera comandargli. per Mostrarsi di facile abbordo?1 riverenza piu o lui degnato. 11. degni o no, che degnino o sdegnino. Guasti, Quad. 37. Supplicano le benignita vostre che si degnino E accio stremata non gli nobile a chi gode appena (parlano i frati non d una tavola per mangiare, ma da far dipingere al Ghirlandajo). Se ne abtisa nel ling. cortigianesco ; e taluni quasi quasi direbbero : S. A. si e degnata di nascere. Ma altri nemici delle corti Introd. Viri. 7. (Mt.) Ella di credere all immortalita dell anima propria. 6. [Camp.] Degnare, per Degnarsi, con la particella taciuta. D. Purg. 1. Grazie riportero di te a lei, Se d esser mentovato laggiu degni. E vuol dire : altrui e le cose e di come suoi: addio, essere ricordato nell Inferno. 7. Per fiicever quello cne e offerto essere in vita eterna. [t.] com. a tutta provvedere che possino avere questa sia la vita, Non dice pur: degnate; o a ber gl invita. [G.M.] Venga a degnare; e complimento che suol farsi a chi ci trovi a tavola. 8. N. passi col terso caso, lai. Pass. 212. (C) Sogliono Segner. Crist. Instr. 30. 3. (Mt.) E degnandovi come a consolazione spirituale di detta tavola la sorte di mercatante. 9. Alt. Degnare uuo per amico, o sim., vale Accettarlo per tale. (Tom.)Car. Lett. 1. 105. Degnandomi (voi) per amico, vi rispondero. E Lett. ined. dignatus. = Bui. (C) Che nome : Non si degnare degnato per suo parente, io me 1 ho proposta per padrone e per padre. Che Deus hunc mensa... 3. Degnare ad, ecc. Pannuc. in 57. Degna, sue, pur ti 481. (Gh.) Ho magna allegrezza, Poi (cioe, poiche) m ha degnato a servo Vostra Altezza. musemoso faggio, ringraziare Dio di degno. Dant. Purg. 21. (C) Se voi siete ombre, che Dio re Agrican lascio straziarlo, Nello stesso signif. dicesi anche 245. (Gh.) Dopo che Dio su non degni; cioe: se voi siete anime che Dio non vi faccia degne d propriamente da persona Degnarsi piu Degnare col quarto caso vive in Tose. Nonmi degna, Non mi tiene degno, Dimostra di non mi peccato. Dant. Purg. 30. Come son. 12. (C) Che fosti con gentil maniera d apprezzare Polii, Coll ausiliare Avere. Vit. S. e 10. Att. Per Far si grande tanto bene. Lib. son. vilta del tenere degno. E non sia da te per meno sincera, parlando a maggiori Degnarsi con alcuno. Degnarsi di conversare, o sim., con esso. Segner. Paneg. 9. 9. Ediz. torin. Soc. lei di quel pregio degnare. Far esser degno. vestisse come prima, che camminasse come prima, che come prima degnassesi co famigliari, diportandosi sempre ed in orivato ed in publico a lei? 3. Far Gh. ) Ammiro ch egli Frane. Barb. 17. 19. (Mt.) Quel sir Amor, che in forma Facesse iipogr.-libr. 1832. ( degnare, per 13. Locuzione varia. si degnano per indulgenza grande (la morte) e si dura e crudele, che non mi degna d udire, an7.i si fugge e dilunga da me.