A, lettera. [T.] La prima stampa greco l ultima dell italiano. aprire le labbra lasciando andare il fiato: onde esprime nelle esclamazioni e la gioja e il dolore. E le voci anima e alito e simili dicono che in lei e l atto del respiro vitale e l aspirazione dell anima stessa. Alessandro Allegri la chiama lettera tanto questa lett. quanto la suo primo pianto. 2. Nel sanscrito / a piu che altra lettera e elemento ai dittonghi ; e forma maggiore, distinguasi quando corrisponde al iat. nota desinenza bontade, che delle lunghe la piu e l usa cosi il S. A. Suo Altezza. S. piu, 3. (CJ Vcfniamo all effetto verso il palato. misto. E noi facciamo promiscuamente qualche per lo cotto aspetto (viso prende la e : acquistare. dialetto senese, eh e de IT.II.IA.IO — prodigo, ma ii veneto altresi E le grandi dire, tutto, dal principio alla e il la addentare, aggiogare, ammaestrare, all a. che trovasi anco in ant. Tose. E i-Fiorentini potavam per potevamo e sim.; e la cosa, che m e fece sara, e molte voci latine in enlia le termina in anza. Sanza per senza ; e l ant. (taglienza adesso e doglianza. Nel Trecento gli accus., che nel greco e quindi nel lai. portano fa, li recavano alla lettera, senza badare alle analogie della lingua italiana. Orizzonta, D. 1. li. Peana, 3. 13. paragrafi nel discorso, o di suona A. e. Anno corrente. A. piu che ci mancano quelle fine gradazioni di pronuncio, che alle lingue antiche venivano e dai dittonghi e dagli n, e dagli w, e dal e delia filosofia (In questo a. maiuscola suol segnare le nell a differenza tra la prima sillaba e la in quinta linea della stessa prima e piu breve. E perche molti suoni nell italiano non hanno il vigore del romano, in compenso, quasi sentendo il difetto, il popolo facitore della siccome tra due consonanti e e dalle brevi aqua, radius, fece acqua, raggio. Per questo stesso, e perche naturalmente tra due vocali e spesso una dieresi, quasi principio di consonante, nuova favella rinforzo certi suoni, una vocale muta ; pero non e lo slesso che tuttavia, accanto all a e ad altre vocali collocano altra lettera; e da paura, acre, facevano pagura, ajere. Talvolta l a acquista forza di quasi elidere la vocale seg.: onde da aere gli ant. fanm) a re, da aitare, atare. E pero le voci primajo, tegghiajo (D. 2. 14 {direste), chi vi raccontasse gli non verso facevansi di due sillabe. Il che del resto e proprio Testamento. V. all ultima lettera dell alfabeto prossimita di due vocali, che Attivo, toccalo il Cattolico a m. di dittongo. Pero non e maraviglia che i due a ha del verbo avere, non le elisioni non amava. D. 1. 17. Lui, che di poco star m avea ammonito. E poiche siamo alla quantita, giova notare che / a riprendere la smania di quelletesteche a ragione forse che altre vocali. D. 1. 15. Ficcai gli al lat.: adoperare, adocchiare, che Spagna, e d altro diviso Era onorata essa e i / ab, che corrisponde all , Dante terminonno e come in annaffiare, Antelminelli, per inaffiare, Interini-. Dl/IOVVICIO per se chiede che la e Voi. I.nelli, altrove Va. cede il luogo ad altre, come da comparare, maiuscola, il nostro la in se altre lettere commutami ne/fa, vonno (3. 28); e da apra il Pelr. opra ; per grembiale e annasare i Tose, grembiule e annusare. Ma se da canto facciamo accento ; e da fare, effetto e sagrifizio, questo ci viene dalla commutazione d, acciocche le chiamate dell c insegna da stetissct e dedisset fare stesse e desse, non stasse ne dasse. 4. Come abbreviatura, vale anno o anni. A. 1200, segnatam. nelle accento meno, e la quantita nell indicare in margine il tempo a cui recarsi la narrazione storica o il documento. A. C. Avanti l era cristiana, degli anni. debole, nell ital. fanno una specie L ora antimeridiana. A. T. Antico non dell a solo, ma dizionarii, voce antica. De nomi moderni l . denota per lo piu Antonio, segnatam. nel composto M. A., Marc Antonio ; C. A., Gian Antonio, e talvolta Gian Andrea. Traducendo i nomi lat. A. compilatore,ne risparmiava di molta ai titolo di augusto o augustale. Ne lavori critici ed eruditi segnatam., per brevita cosi denotasi / Autore o / Anonimo. A. e. Amico carissimo. A. C. Camera Apostolica, e anche parlando dicesi il tribunale dell A. C. senz altro. C. A. Camera Aulica. pronunziasi allargando la bocca il M. a. o ab, quando alla mezzo, Sua Maesta Apostolica; essendo nelle citazioni di violino. [t.] Dall uso a Francia. Negli scritti forensi K.pte valere Attore; nelle citazioni di drammi Atto, ne dizionarii e nelle grammatiche anco e Tu cupo; tanto de bruciato). E 3. 16. in articoli, Articolo. Su porte di casa o su barche, significa Assicurato. A. B. o B. A. Belle arti. Mtis. lor risposta, non dicon sillaba comperare ; da terminarono distinguere amar, amarono, da amar, di basso ; minuscola, il la seconda di amaro, che la consonanti, essa consonante raddoppiasi: accarezzare, in secondo spazio della chiave e di leggi il Cristianissimo dell a nell algebra venne il modo quasi proverb. de/fa piu b, per in antico faceva dieresi, piu diconsiquadre, eriducono s approssima alla perfezione del Dionigi ovAhcarnasso dice pietade. A segno alla zeta. gli antichi, e noi l e piuttosto parti in un tutto. lettera non suona varieta d pone divisioni del discorso piu principali. altre cose tra lettera greca che segnami nel testo, e ritrovansi o a pie di citazioni, o piu che noi. capitolo o al libro. Cosi numeravansi anco i fogli di dell alfabeto, giacche a profferirla ciascheduno. pieta, e il soddisfara di volumi portavano in margine o tra le colonne a, b, e, lat.; e l analogia latina indice delle materie fossero piu per l appunto; ser1 vigio che, con poca da certe chiave; minuscola geminala, Aulo, e anco il dotti di tutti i tempi e paesi. 5. L a col allontanare, elongare, l uno da prolungalo, della zeta la e insufficiente, l elemento delle cose. per indicare la particella usata in tale o abbici per lo piu). Modo : quelPa non e bello; l a omesso non toglie chiarezza. 6. Dall essere l a, b, e principio deWalfabeto, vale il primo principio talvolta Va. lungo, perche Salviali: ma — magai. L. At. 48. (C) I libri d Euclide sono l a, b, contemperarsi della quantita coli accento. senso tal modo, ben si dira quasi prov. Grazz. Spirit. 3. e facendo salire lo spirito accentali raddoppiano la consonante, come a. arch. Ercol. 1. 143. (Gh.) Voi non avete udito nulla...; e sono ancora, e amerci fa amarave, forma Pensa quel che voi diresti anco aoperare, e noi questa / adagio, / addio. 12. che sono infiniti. 7. t Quel che l Apoc. 1. dice: io sono alfa e omega, l ant. volgare: io sono a e zeta, cominciamento e fine, per far corrispondere A. Ne effetto della voci tronche una vocale ; Non senza destino fu sortita la lingua greca all onore di questa denominazione di Dio; e l omega con la torna frequentissima, come ne e con la figura chepiu a computi I Tose, appongono tuttavia a anarchia, d ove che l uomo accoppia al zeta trovasi ultima perche d eufonia o l analogia d suono composto, e dell omega teneva vece in sulprimo l essere di genere femm.; sonora d, la e, la s dolcemente pronunziale, come segue che si scambiano tuttavia in piu dialetti. Nelleiscriz. Hai. c e chiponek. Z invece della forma 1. 6) e sim., nel credo imitabile. 8. Quindi dall & alla zeta, sapere, faccie de povareto per poveretto; fine, per ordine, pienamente. == Varch. Suoc. a. 3. s. 5. (Gh.) Io so come e ita tutta la lingua comune da erit stato raccontato dall a alla zeta. Firenz. Lucid. 4. 1. (C) Le ho scoperto tuttala trama dall a insino alla zeta. Corsin. Torrach. 2. 36. (Gh.) lo mi preparo A ridirti dall a sino alla zeta, Qualunque caso orribile ed amaro Hammi fatto spesa ai tempo al vale 145. Questi Accademici, dall a colili, ma coll accentano la particella e lasciano che altro sia che sovrana lode fio. Pule. Lue. Driad. ci 19. (C) Fara dall a di numerazione o di A il popolo studiare dall a al ronne. Forteg. Rice. lett. proent.p. U.Fag. Rim. 1.279. V. Renne. R raccontare dall a pure postema. Altrove l idiotismo 46. V. Fio. 9. Congiungesi ad altre voci; ea e ragionevole che cio si facesse per diversificarne il senso o per variamente qraduarlo. Ma e col nome e la ad, quando all A., con Ed e chiamata delle note che significa negazione ; quando La diversita de due sensi segno di altre voci simili le dia origine. Se la voce comincia da vocale, dell astenere, abuso, abdicare, dove untesi aggiunge / a : apostumo pero t In senso sim. e antica ; imitazione che L Senonche l italiano stesso uso. Se la voce comincia menar vita inquieta. Infar. sec. per amerebbe si puo dire, annerire, arridere, attossicare. Innanzi la q quasi sempre Lat.; e non solo il Innanzi la s impura riman tal quale: ascrivere. // lai. in molte voci e acquiro e adquiro ; e nella pronunzia si sara forse sentito un suono A nella lingua vivaaocchiare con addiettivo e aggettivo ; ma converrebbe determinare oramai, e seguire l analogia, facendo aggettivo, come aggiungere, e simili. 10. Dovrebbe disusati: moroso per amoroso, rimasto al senso: e veramente adornare 1 e negli antichi Sapere, ornare in tutti i suoi usi, ne accumulare lo stesso che cumulare. Ma cio non e sempre. D ordinario c e intensione di significato: giunta e aggiunta. Talvolta mutazione: ferrare e afferrare. Tal altra dice per l appunto il contrario: a si fa ad, ritornando suoi consorti. S. Che vanno a greco, visibile in acefalo cerchio, e migliore simbolo. Ma per la dolcezza del suono innestasi la n. sola l uso posteriore, siccome scorgesi nella differenza tra amissione e ammissione; allungare nel senso di far lungo, e nel senso di suono dice di voler o da se e accompagnata ad lungi. 1 i. Con nomi, e lungo e l altro da articolo, fa tutt una voce: a pie, appie; a canto, accanto. E diventano non solo avverbi, ma nomi, come altri (vocaboli) dell altre materie, In allora (da illa bora) trovasi mutazione di quelle che i retori chiamano idiotismi, ma le lingue e gli scrittipiu nobili ne sonpieni. L idiotismo verdeggia fin neH alloro, e luce fin ne// avorio : ebur e laurus. Ma se l a s abbarbica al lauro, ne va senza r alauda che si fa lodoletta. Altri di questi rimasero idiotismi la partici la aggiungere sempre ai Veneti; se non che i Tose, conservano al dell Orlando. Lipp. M. 1. occhi insoave come attesta Cic. per postumo, affemminatoper effemminato, affetto sin per effetto. Anco l ebraico aveva / dalla parola ; e diranno E i Veneti lo fanno sentire staccato a prostetico, cioe di giunta. : Cosi a pensando (Cant. popol. Ven.). 13. Gli a oggimai, e cominciamo a dire in giacche, e in citta grande, che pronunziasi quasi tutt una parola con due g. Il monosillabo chiarezza l accento circonflesso, a ne sia raddoppiata ; onde pronunziasi, e gli antichi scrivevano allui per a lui, a casa, a Homa. Solo l articolo femm. la, e a , scorcio d ai, non portano raddoppiamento. Altri voleva distinguere / clidessersi anco nel Trecento che alla zeta di [Ros.] Denotava contrario vae perh, va; linguaggi slavi. al nel diagramma antico, scoronato il verbo: ma la proposta non prende, e conviene attendere il tempo che dall alfabeto se ne vadano via tutti gli h in un tratto. 14. L accento era dagli antichi omesso piu volentieri che da noi, come prova la podesta e la pronunzia molti e quasi a: Dante. 1. 6 e 26, e 3. 21 ; e a noi ne rimane Santa Trinila, e Felicita, e Civitavecchia. Ma forse gli antichi Italiani facevano in tutte le voci sentire l iscrizioni o nelle pagina o in fine al il dovere e e in nella prima pagina di basta piue, giue. Gli ant. fae, de Francesi, che accento, l affetto. Ma fa e certi a gioverebbe per piu di piu dolci, e primo spazio della chiave amare.