DIVA. [T.] S. f. Dea, che nell it. epiucom. V.— Ne.nnco i Lai. distinguono le due voci, come Varr. e Serv., contradicendo l uno all altro nella distinzione. Diva, come Dea, conlrapponesi a Dio. Tosto che fermi v ebbe alle dive. Liv. Se dio, se diva fosse. [t.] In Virg. diva a Pallade, a Diana, segnalam. a Venere. Ne a piu e piu m avviva, quasi agg. 11 Diva. = Petr. son. a queste vostre figliuol d Anchise e della Facean dubbiar, se mortai donna in quello: Nuora era amico 20. (C) Io della diva Venere. 2. dive (le Muse). [t.| D. 3. 18. (Alla Musa) Diva Pegasea, che gl ingegni Fai gloriosi... senso men allo. Petr. Son. dalla superstizione deificati, 3. Se Divi gli uomini dall le cittadi e i regni. Dive le femmine. D. 3. 4. (C) (Di Beatrice) 0 amanza del primo Amante, o diva... il cui parlar m inonda E scalda si che (Di lei) Che Dio parca [t.] E 30. te madre la Diva. Ma nel suo volto gioire. 4. In Ed essi teco adulazione o 125. (C) gran Ass. [t.] Cost. Son. o diva Fosse. Ar. Fur. 23. 102. (Man.) [t."| Iscr. Agli dii e gli occhi e fitti, Fu Lett. 76. (C) E vuoi, sua diva. E 24. 83. Car. certo esser di man della che la diva senta che 1 signore Annibale fa il diavolo in montagna. Tanto piu adesso di ce/, come dea ; ma meno com.