GHETTO. [T.] S. m. Contrada d alcune citta nella quale sono le case degli Ebrei, separate dalle altre, un tempo anche con apposita chiusura, [t.] Non da Guitto ne da Giudaicetum, ma daWebr., che e pure cald., Ghet, Separazione. = Minucc. Not. Maini, v. 1. p. 397. col. 2. (Gh.) Li Ebrei, quando vogliono dire de quali certi titoli di i liHin.3. « Ti mandero al ghetto loro, onde fanno una confusione. 88. Coine la vesta Avesse c e di ghetto? [firn, qualche dehituzzo in bisca e Cura. Mar. Con buri in ghetto. [Cont.] Bandi Fior. xxvm. 34. Si proibisce a sarti e sartori, e ad altri per loro, ed a garzoni d ogni bottega, come ancora a figliuoli o il minuto e illiberale ghetto a comprare, o vendere cos alcuna ne vecchia ne nuova, da detti Ebrei. [t.| Selt. Libr. Sul. Buon di, castigheranno co l repudiarle, dicono: trasl. di Frecciare, V.) lasciala. Venezia, e forse accenna al o in Frecceria (contrada di 2. [t. | Il ghetto, forma di dispr. da non ripetere, il corpo degli Israeliti ; di famiglia, a taluno alle lor mogli di Cristiani, l andare in commercio anco che le dispr. somiglianti si addirebbero forse piu. [M.F.] Cerco Angioli. San. XII. in Pam. Hai. xih. 213. Amor mi fa invogliar di si gran ladre, Che par che siano figliimli corrier; che nuova in ghetto [t.] Pare, E un ghetto, Parte di citta angusti e sudicia. (Fanf.) Fare un ghetto, quando molti insiemi vogliono dire il fatto ». Maini. 5. 40. (C) [t.] Contrada che e un ghetto, angusta, malsana, sudicia.