GREZZO. Agg. Nero, e dicesi Ramarro, da D. (1. 25.) i quali non sono neri affatto, ma di massimamente, o altro di sugo lionato. (Fttnf.) [t.] Per affatto, almeno e ghezza. E da Aegyptius; e in qualche lingua son detti Egizi gli Zingara. Dice il Ferrari che Ghezzo ai Lomb. e il de Mori di Barbaria, comparato a un altro serpentello livido e nero. — Per Moro nel processo di F. Savonarola del 1498 cit. dal Redi. = Guitt. Leti. 10. 29. (C) Maggiore l Zingano e cammina Un Archiloro ghezzo, ch minore, se intendesse in dello Imperadore di Roma, che se l Imperadrice nel piu vile schiavo Si sente un allegrezza De Calv. 2. 69. La quarta schiera fu d un Bascia ghezzo, Che venne insin bellezza, Che stando nelle case 2. 70. Primo e secondo; e terzo manda al piano, E il quarto e il quinto, e Sost. Fir. Trin. i. 2. ghezzo. Bern. Ori. 1. 16. 27. La prima schiera guidando, 1 nero. voi e la e gigante. Pros. Fior. par. 4. v. 3. p. 9 {Gh.) 1 Mori sono propriamente ghezzi, che e tra ingiuria saria a qualunque di Allegr. 288. ediz. Crus. V ha poche donne, e son senza dal fin dell Oriente. E affumicate, a modo di quando incomincia a divenir nera Nigellus, Chi non e mora Moro, gingne Del Bascia (C) Chi e questa ghezza che mi chiama? Questo non sapev io, che in Viterbo fosse more. 2. [Palm.] Dicesi dell uva nella schiera forse, piuttostoche da e a maturare, e dicesi che diviene vaia o ghezza. = Beni. Rim. 9. (C) ghezzo, brutto del mondo. Ciriff. frutti che si veggono indolcire, Dell uva che comincia a farsi ghezza. Soder. Colt. 114. Piglisi adunque dell agresto, di viti di tre volte un certo colore simile al assai, e acerbo bene, e non ghezzo. Malat. Tin. Son. 44. {Gh.) L uva e gia ghezza, e sono in molle i tini, Sicche vendemiar puossi a nostra posta.