CENSORE. [T.] S. m. In Roma il Magistrato che teneva il censo o registro, il numero e stato de cittadini, certe differente quelli ha autorita a giudicare e e giudicai 2. . 2. [t.] In e ha mal senso e letter. prende cura di conoscere e fu Censore. —¦ Poi Censori i Consoli, poi, per le cure pubbliche accresciute, due magistratiapposta. — Catone il Censore, quasi soprannome. — Domiziano censore perpetuo. [Cors.] Segr. Fior: Disc. 1. 49. Crearono i censori, i quali furono uno [t.] In certi paesi, Censore accademie tener Roma libera, [t.] Liv. Dee. volg. 1. 396. = G. V. . 29. . (C) Dittam. 2. privati in rispetto ai pubblici, certi collegi Chi veglia segnatam. al buon ordine e alla moralita ; di certe [t.] Non mancanze. [T.] a/cune nell ordine degli avvocati, Chi provvedimenti che ajutarono a rivede che, avendo cosi le Censore della banca. 5. Chi con riguardatisi nell aspetto mor. Poi o men Istitui Servio Tullio i Censori, de1 fatti e detti di molti uomini il Censore approva fulmini sopra e lo piu con animo ami servidor fedele Fuor del proprio d uno ; ma per incuorare, [t.] Or. Del vecchio: Difficile, Querulo; Censore de minori di sc.= Buon. Fier. 1. 2. 3. (C) I padroni spingon talora un di imperiale; imperiale e regio, politico, a far sugli altri Ora il ripetitore ora il censore. L epiteto tempera il biasimo per trovar la verita, io nome titolo di lode piena, [t.] Censore austero, rigido, severo, duro, ingiusto ; giusto. [T.] Censore d uomini, di fatti, d omissioni, di detti. 4. senso migliore. Red. Lett. da proibirsi, da confiscare, o e opere d arte da divulgarsi colleghi. Salv. Oraz. 7. se sian da permettersi o 1. autorita a rivedere [t.] Or. Chi desidera fare o chi li divulga. [t.] Fu fatto censore un uomo di polizia. — Tanti sono i intendesi non dell uomo, ma ce n e poi degli slraordinarii e segreti. uomo suo vestire : Ghiotto, buon lavoro ecclesiastico. [t.] De teatri, de di rado da al lo [t.] Un libro si da a tale o tale censore. — Il commissario severita che non debba. Red. Censorato. 7. cose. [t.] Quasi fig. quando il censore e tuoni e o proibisce, censori ordinarli e pubblici : del magistrato e dello stesso governo. 5. Per estens. Di chi giudica cose letter. sovente assumendo Lett. 1. 137. (C) Si le fatiche lunghissime di quegli piu autorita, o sfoggiando piu trovera ben altri, che fara il critico, ed il censore sopra di me, conforme talvolta, divulgati, per fa il censore stranieri. faccio sopra le altrui opere. (Critico, piu prop. al giudizio intell. ; Censore ha piu del senso mor.; almeno in (iuanto le cose intell. piu o meno autorita, piu puo il critico essere benevolo, anche troppo indulgente.) Borgh. Disc. Scriv. 7. Faccia dicesi che o reprimere, che di lodare di polizia giudicare 72. V. onorati scrittori. In L —Censore regio, disapprovare, se non Voi sapete molto bene ch io amo i miei censori. scritti da punirne gli autori, lodevole componimento, assumera, verso gli scritti proprii, animo di censore onorato. Ma senza epit. Censore sui luoghi pubblici, [t.] rettozelo, e mor. segnatam. nella locuz. Fare il censore, ch e piu grave che Far da censore. 6. Censore, Che in notizie opportune, vegliava sui costumi componimenti de o gia ; giornali : de libri altrove detto Vicerettore. di e solo d opere d arti belle, ma de portamenti esteriori siccome Plin. Censurarti culinarum, potrebbesi e sim. C e chi fa il censore minuzioso, impertinente, ridicolo. E dell uomo, del destinato dall 137. (C) di giudice e severo censore de pranzi, de piatti, de vini.