EUFEMIA (colfacc. sulla penult., per distinguerlo da Eufemia, n. pr.). KikfYip.<;c valeva Pio. — Eufema parlare, nel quale un imag. L eufemia e istinto di velata da un altra che par dica cosa diversa o contraria, ma lascia trasparire il vero senso, e talvolta gli da piu risalto. [r.J Seri;, ha Eufemismo in Itti. gr. Eufemia gioverebbe serbarlo a denotare 110. (Gh.) E quella (fig. specie, la locuz. quindi pi., non l altro. = Segn. o men bene appropriati da Eufemismo, la rett.) «he noi dai Greci diconsi Eumenidi ; f. Modo di nutrice delle odiose esprime con buone parole, e l empie con pie. [t.] o trista o sconveniente e tutti i linguaggi ; c e degli eufemismi piu « meno felici, piu Demetr. Fai. il genere ; chi parla e scrive. Eufemismo ha cosa m accade, e eufemismo — Se altro accade, se in tale o tal caso. per non nominare Sventura o Morte. A modo d Avv. [t.] Per eufemismo le Furie chiamiamo eufemismo, riterrebbe forse qualche Eussino, il Ponto, gia inospitale. [t.] Da Eu
5>;, giacche Lode e Buon augurio, e, appunto per Eufemismo, Doglianza, e, per antifr. sapiente, Silenzio religioso; preghiera, quasi giaculatoria, che usavano alcuno le cose Muse aveva una statua sull Elicona. 2. [t.] Eufemia, breve e [T.] S. veemenza; e i Lacedemoni. ,1. [t.] Forse dall idea d augurio, Eufemia, Distribuzione ai dottori di Sorbona presenti.