BARBAliimilE. [T.J V. n. Tenere del barbaro nella lingua, nello stile, e anco nelle opere. E in Boezio. Uden. Nis. Proginn. 1. 14. (Man.) A continui pericoli di s avesse avuto a metter colui die parla in linguaggio straniero. E 4. 77. Si sfrenano a barbarizzare. E 3. 135. (Vian.) Salvin. Annoi. Murat. Perf. poes. 3. 265. (Gh.) Mostra l interprete d aver letto appotiabimus. Ma io penso che sia voce fatta dal francese epuiser, malamente barbarizzata ; che se solecizzare e barbarizzare sta suggetto in buon latino Vuomo, ma il linguaggio barbarizza. non appotiare, ma exputeare, barbaro. 2. Ne fatti, [r.] Dati Oraz. (Vian.) Parlando barbarizzo. [t.] Non solamente barbaro, io l avrei detto [V-i.] Un moderno l usa alt. Barbarizzare una locuzione. Non so se imitabile, ma non quasi spazzare, cioe votare pozzo. Certa civilta barbarizza per raffinatezza soverchia.