ERUBESCENZA. [T.] S. f. Vergogna buona del male commesso^ o che temesi commettere, (D. i. 21.), superba, res gen. SeeJerum. sempre nell aspetto mor. Onde tanti e il maggior ritegno [t.] Puo la vergogna erubescenzia rivolgono il guardo altrove. L Erubescenza e il rossore essere d altrui fallo o per Ter. Eruhuit: salva disperata; puo di male che tenga del mor.; e e ritegno da Vincere in futuro quell erubescenza, e delle |t.] Tert. col essere ammenda. Onde ansa leggiera. piuespressam. l abit. svergognatezza che senza rossore. = Segner. Parr. Instr. 23. 1. [Man.) esso, s ha nella confessione del a rs. dui framm. di Varr. del e per la erubescenzia, cioe d esso. E est. —Uomo senza erubescenza, dice Pass. 114. (C) L altro modo, che la confessione diminuisce e scema la pena, si vivere cristiano. Fr. peccato. sequele per la vergogna, che o principio d trista che proprio Giord. Pred. (C) Con santa in Potrebbesi anche col Per. Erubescenza sentita, provata per tale o tal fatto. — Ce una erubescenza civ. e soc; ma Tert.; e ne recano un Virg. Jura fidemque Snpplicis eruhuit.