direbbero Esciti. Uscita di corpo. Aff. al lai. aureo Exire. Andare o Venir fuora. 5. |Val.] Nota uscita. Buonurr. tutto. anco nell Inf. vive in Tose., e cosi in altre forme, ma nell Inf. e Ani. Rama, Ord. Si tratta uomo ! [G.M.] Escine! (spicciali, Buldov. Compon. dramm. Quando l antico pero non sempre potevansi strade che per dette porte che e sia, e in »c, come sovente Frane. V. n. ass. anom. — luogo. Pani. Ann. nav. 316. Strade questo dicesi anco Escita, e se ne fa il pegg. Escitaccia, speciulin. nelle campagne. = Rcd. Od. Tose. (Mi.) Escire, che i Fiorentini dicon uscire, dal lat. exire, mutato [parola con pietre. i. Fig. suole avvenire. [Cout.] Celi. Seul. 3. Si debbe provare, rappreso che e sia il gesso bene, se il detto pezzo vorria escili (esco). ti. [G.M.| Di [Cont.] Esser sporgente. gli esca senza guastare nessuna delle sottigliezze della tua opera, il dotto pezzo si rimette al suo Uscita, in senso di sgarbo: eslens. [Cont.] Baldi, Ani. Er. 20. v. L uncinetto esca della punta. Fauno, piu com. Uscire. In anco delle scambiare. degli sporti, e i cavi, nell infrascritto esempio, nello sfuggimento finisci). 8. Fig. Escire i fuoruscili Vx veduto che Rus. Arch. 7. La descrizione del profilo... come si di dirittura. Rim. Ani. Noi. ma di uno dei lati, dove apparisce tutto quello che esce, e quello che entra nel vivo, e ei scorga la maesta Gli usciti d una escono. e le grossezze dell opere. E 10. Le torri escano fuori dell ordine delle mura... si che il nimico, avvicinandosi alla muraglia, sia da ogni parte travaglialo per li fianchi aperti delle torri slorica troppo) non si ESCIRE. Barb. 205. 17. (C) Che meglio ene Alquanto bene, Che escir vede 2. E per Jac. da Lent. 110. Ben esce. Di poi provato citta, meo stesso che Uscire, [t.] Escire [Camp.] Mor. S. Greg. 18. Nientemeno elli non possono escire dalle sozzume delli peccali. Lo core escisse, Come incarnalo Ajon. 2. 77. Ne l agro Ruspol di memoria n che chi prorompe in parole che Che lo cioe avvenisse, non si sarebbero aspettate, o a/faccia prelese insolile : Guarda com esce costui! — Guarda come ci esce! modo del trecento. Anco in esce a [G.M.] E di chi e lei. 7. quel ino , la non non sa sbrigarsi, o, come pur dicesi, non cava le inani di nulla: E non esce mai di nulla che escano nella piazza. 3. Di, al quel benedelt Tose.s usa col di tuono. Perdere il filo del ragionamento. Malm. 6. 38. (Mi.) Che in quel colloquio fe si gran frastuono, Che finalmente ognuno esci di tuono.