FAVELLA. [T.] S. f. Facolta del parlare e moda e suoni espressi parlando. L aureo anche senso di Discorso in del Santo, e nella favella Son. 31. p. 2. Ov Fabella, avevano lat. Fabella da Fabula, e gen. V. Favola, § i. Della facolta. Anco i Lat. in questo senso il v. Fari, de1 bambini che incominciano a snodare luce) Diligile justitiam qui judicatis il suo contrapp. pr.] All Uomo ragionevole e dato il distihguon le schiatte), pero D. a qualche modo il pappagallo ; ma non ha la sua), nella latina ancora. E favella, [t.] Petr. Tr. mor. la favella, [t.] piu corta mia favella, Pure (C) cose dette; Discorso. fCamp.| Fr. Perdesi la favella e per poco 18. 16 vidi (nelpianeta di per sempre. Fam. Perde la favella chi non ha coraggio di For. Ma Fabula greca e passa la voglia. — per uffizio Che lingue invero uniscono e dono la favella, levati i capelli per raccapriccio (obmutuit). Rim. Ant. Guill. 100. (C) Che certo a gran uscio Espedila e chiarissima (C) Cli co possa trar di bocca la favella. 2. Unii. rappaciandosi, e anch esso nostra favella... facensi (si 18. Mal volentier lo dico; messe alcuno pietruzze in bocca, acciocche esse alquanto la favella usit. della voce.) [T.] D. (Man.) Diverse lingue, orribili favelle, Parole di dolore, accenti d ira, Voci alte e dannato, rammenta la vita terrena). Favella da Lingua e da Accento; perche la lingua stessa e le*stesse parole profferite con pronunzia sim. da natii del luogo ai sensi noi. [Ferrazz.] Ar. (C) Udendo la favella latina. 6. 28. Onde con mesta e flebil voce impedissero. D. 1. 3. 1. Il mutolo faremo ben pace. Ancora men al volto e alla favella. = D. 1.2. (C) E com. Favella di Dio non piana, Con angelica voce, in sua favella. — Questo puo concernere e ma uno zeloinnoeentissimo. [Ferrazz.] Petr. le parole e l hai tu per divina ringraziai). Potrebbesi anco La favella seij. 5. De suoni in quant hanno un significato e appartengono tutti a una lingua ; e pero della lingua stessa, [t.] Di 3. e per lungo tempo e Giove, i Beati disposti in guisa da formare lettere di lingua umana) Segnare agli occhi senso del pronunziare. Bocc. Nov. facevano) Or Di, or I, or Elle in molte favelle, cioe che signoreggio note di la lingua : Infans era terram. E 15. (Cacciaguida, trisavolo di Dante) Con voce piu dolce e soave, Ma non con questa moderna favella, Dissemi... —Bocc. [t.] Buonarr. Cical. 3. Ar. e 1 senno, L 12. Traportero qui le parole medesime questa da parlare o a chi ne [t.] // Melast., di cose addomesticata colla favella nostra. 4. 1. 28. Tal voce non era^ come si credeva, tolta nuova di zecca dalla latinita, ma che si trovava 18. Nov. 42. 7. accento.) [Fevtaix,1! E perchg ne-Ua Bibbia sovente Lingue suona Popoli (le lo bene suo cospetto perde della favella. — Parla Inf. affatto la vista e la in sua favella (l uccellino) lor figure (e scrivevano in genti di diverse lingue (Semiramide). 5. Quanto alle Con dolce suavissima favella. E Giorcl. Tralt. La favella e manifestamento dell animo dentro. [Ta . Pallav. Tratt. St. I. La stessa nostra cognizione fu appellata dalle scuole col vocabolo difavella. {Intendendo quello che i Gr. Ao-fos; ma questo non e il senso gi pena Aggio tanto di lena, 65. 11. (C) S avesse Ma sforzami la tua chiara favella, Che mi fa sovvenir del mondo antico (a me, fioche... Facevan un tumulto... (Distingnesi E 3. 33. Ornai sara R. buri. 140. Perse 5. a quel ch io ricordo, che d infante Che bagni ancor la lingua alla mammella. |t.] D. 3. 24. efficacia dall Far. 13. 2. Proposizione (la in tutti, a Dio feci N. Test.), ministri della mente). Red. Lett. di favella? (perche la credi tu parola di Dio ? Ma nell uso cominciommi a dir, soave e sarebbe conveniente). —. Tesorett. Br. 7. 66. (C) Questi (sensi) hanno Virg. Eneitl. M. (Man.) Nel e lo vizio, Li fatti e le favelle io parli con troppo di [t.] 0. 3. 14. Con Onde le cose dette ; 1. 401. Parra forse ch Rapportano alle celle (le cose liberta ; ma invero ella non e liberta di favella, il modo del dire e e poi certi deriv. di e il valor, la conoscenza Fm Red. Lett. 1. accorta, onesta, umil, dolce favella? Della forma del dire. [Ferrazz.] Faz. Polita e chiara favella. 6. Segnalam. del parlare favella ad alcuno, perche corrucciato. 29O. (C) E in don le chieggo sua dolce favella. Non com. ne seg. Cas. Lett. Gualt. p. 32. lett. 30. (Gh.) Il quale credo che sdegnato del rabuffo che io gli feci sopra lo esser bravo, mi dineghi favella ; ma noi ba riavuta e. 2. Riconobbilo com. in senso sim. Tenere con altre pers. Petr. son. Bocc. Nov. 72.1. (C) Bern. Ori. 1.18. 25. Per contr. Render favella, Ritornarsi a parlare es. s attiene al miei antiq. Cron. Veli. 11. £18. Usi com. medesimo prendono diversa L antica e la novella Fu imperatrice ai favella. [t.J 22. 32. Angelica favella. E 25. 20. Suavita della favella. 7. E per estens. e le parole agli organi tutto il cuore e con quella favella Ch e una Scrittura del V. e del olocausto (lo che V. i due t$§ de gesti, de segni. D animuli. [F.T-s.] Guar. Past. Fido, 1.1. Parla molte favelle. But. Imperatrice di Si che l intende il suo dolce desio (l amata favella. = Cas. Framm. 382. 1. parlando, dice non senza garbo In sua favella.