Il Dizionario della Lingua Italiana di Niccolò Tommaseo
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ABITUDINE

abitudine
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©   F . B O N O M I   2 0 0 6 - T U T T I   I   D I R I T T I   R I S E R V A T I



ABITUDINE. [T.l S. f. Abito morale e corporeo. Del corpo, il Temperamento e la Struttura: il Pelr. negli es. cit. mutabili. Passav. Specch. Penit. 358. (C) Berlin. Iiisp. Gio. Paol. 57. Si danno alle volte negli uomini certe complessioni, certe abitudini di corpo, che non s intendono. Bentiv. Op. Stor. una cosa coll altra.[ [Cors.] umano aver la sua particolare abitudine. [Cam.] Firenz. Op. 1. 278. La buona abitudine del corpo si dimostra nella sodezza e densita della carne. Salvin. Dial. Plat. 180. (il/.) Si E per qual cagione? il cui umore entra per simil disposizione avesse avere gusto di tali strepiti e solleticamenti, quale e lo starnuto. t Cresc. Af/ric. volg. 539. (C) L abitudine degli abitatori secondo santa e inferta (sanita e infermita). [Camp.] Vola. Bib. Maccab. II. 15. Gli apparve uno uomo di etade e di gloria abitudine come far l abito. Poi d intorno a lui. (Magni decoris habitudinem.) Qui nel senso che usa abito ma comprende insieme altre qualita Delle abitudine pare l abito gia effe, vicent. 1490. (C) Conviensi che molto piu il letame, A. del nostro corpo in la sustanzia del corpo della pianta e per lo frutto, muti la sua naturale abitudine, o vero condizione. 2. [t.] Oggidi abitudine ha senso frequente d assuefazione e costume intellettuale morale e sociale, ne lo direi francesismo ; giacche se del corpo usasi e abito e abitudine, pare che ha 2. 30. (Gli.) Ogni gli altri sensi del primo ; colla differenza che piante. Cresc. 2. cap. 13. formalo: ne direbbesi far l abitudine, manca. Ma in altri bellezza il senso piu propriam. filosofico, e di morale religiosa, ad maraviglioso, cu abitudine di molta luoghi abito nel senso che comunem. si da a abitudine certa convenienza e inclinazione, ch mia perfezione. i. i Proprieta. segnatam. nel linguaggio famigliare, di quella evidenza e naturalezza che richiedesi per fuggire affettazione. 3. t Disposizione. Com. Dant. ne ai cerchi, ne ad cose che inchinano in bene solo per una abitudine naturale, senza altro conoscimento, si come le piante e li corpi non animati. Geli. Capr. Boll. i. 55. G. maravigliava bene che l abitudine Per quell abitudine, che io (anima) ho ad informare te e non altri. G. E clie cosa altra cosa terrena. E 3. di ? A. Una o fa ambiguita col senso io ho di operare in scienza e l altra. Galil. la di vestire, o non e, Arrighett. N. Oraz. 1. 3. 294. (C) Colla scorta dello stesso Archimede trapasso alle speculazioni delle naturali abitudini dei corpi gravi. S. t Delazione piu in genere. Varch. Lez. Pros. var. 2. 291. (C) Si apprenda la cognizione delle abitudini e proporzioni, che il secondo possa prendere altresi corpo Varch. Lei. 2. 325. La proposizione non e altro che quell abitudine, ovvero rispetto, cioe quella comparazione ch e tra una te per cominciare a gustare Sist. 367. (M.) Trasportate pure la terra dove vi piace, che voi giammai non cangerete abitudine ne ai poli, 3. 039. (C) Sono alcune e questa abitudine che tu 67. Tris/i. in D. volg. eloq. 184. e 185.